Grazie al Sindaco di Cesena Paolo Lucchi, è tornata all’ordine del giorno la “questione romagnola”, ossia il dibattito su quale sia l’ente amministrativo che la Romagna merita.
Il M.A.R. – Movimento per l’Autonomia della Romagna, è sorto con l’obiettivo di giungere alla creazione della Romagna regione, svincolata dalla vicina Emilia, e tale proposta ritengo sia oggi più che mai valida e perseguibile. Per onestà e chiarezza preciso che non possiamo rinunciare alla grande idea della creazione della Regione autonoma.
Premesso ciò, desidero sottolineare come, anche in occasione della recente Assemblea annuale del movimento, tenutasi a Riccione, la maggioranza dei delegati abbia votato una risoluzione che impegna il MAR ad appoggiare qualsiasi iniziativa che vada nella direzione di una sempre maggior integrazione romagnola, a tutti i livelli: politico e amministrativo, economico, sociale. In questa ottica, sicuramente la battaglia di Paolo Lucchi è da appoggiare, senza tentennamenti. L’analisi lucida, realistica e lungimirante che il sindaco di Cesena propone, è difatti condivisibile.
Oggi le province non hanno risorse dallo Stato italiano e non hanno competenze, se non in merito a strade e edilizia scolastica. Inoltre sono state svuotate di personale. Occorre quindi qualcosa di più di una semplice provincia. La Romagna e i romagnoli meritano di più. Non possiamo altresì permettere che il tempo passi invano, mantenendo lo status quo e aspettando la concessione di deleghe da Bologna (centro decisionale della attuale mesoregione artificiale Emilia trattino Romagna). Dobbiamo subito, entro l’anno in corso, unire gli enti romagnoli e presentarci più forti ai vari tavoli che verranno indetti o chiederemo di indire.
Il MAR è disposto a partecipare al dibattito in corso e a contribuire a ricavarne il maggiore bene per la Romagna e i suoi cittadini. In questa fase storica, caratterizzata da questioni epocali, da senso di smarrimento di gran parte della opinione pubblica, dalla fragilità eterea di Internet, e dalla tragica incapacità di una parte di classe politica di cogliere queste tematiche, ritengo che la Romagna e i romagnoli, con coraggio, possano davvero essere un esempio virtuoso per l’intera Italia, aggregandosi e ricercando sinergie al proprio interno.
Concludo auspicando che l’ente unico che si va delineando possa assumere il nome Romagna e che l’individuazione dei confini non ricalchi semplicemente gli attuali delle tre province oggi vigenti, ma tenga conto dei confini storici, comprendendo i Comuni delle Marche e della Toscana che ne chiedano l’inclusione, primi fra tutti Montecopiolo e Sassofeltrio che da dieci anni, con un Referendum vinto con straordinaria maggioranza, hanno chiesto l’aggregazione alla Provincia di Rimini.
Samuele Albonetti – Coordinatore Regionale M.A.R.