Nei giorni scorsi il comune di Sappada è passato dalla regione Veneto (regione a statuto ordinario, governata dal leghista Zaia) alla regione Friuli – Venezia Giulia (governata da Debora Serracchiani, PD). Il costo dell’operazione sarà di oltre 700.000 euro. Era più che giusto a mio parere dare attuazione al risultato di un referendum svolto democraticamente ma tale situazione crea un precedente e non dà giustizia a tutti gli altri comuni che dal Veneto “ordinario” hanno chiesto di passare a regioni “speciali”. E soprattutto non risolve il problema, sempre più evidente, della disparità fra regioni a statuto speciale e regioni a statuto ordinario. Oggi di fatto in Italia abbiamo regioni di serie A e regioni di serie B.
In questo contesto troviamo Montecopiolo e Sassofeltrio, che dieci mesi prima di Sappada hanno tenuto il referendum in base all’art. 132 della Costituzione, e con quel voto plebiscitario hanno chiesto di passare dalle Marche alla Emilia – Romagna, entrambe regioni “ordinarie”, per cui tale passaggio avrà costo nullo. Nessuno può sostenere che la richiesta dei cittadini di Montecopiolo e Sassofeltrio sia dettata da convenienze economiche e fiscali. Si tratta semplicemente di tornare a casa, in Romagna, dopo secoli di esilio.
Il percorso legislativo era iniziato alla Camera dei Deputati e poi si è incomprensibilmente arrestato. Motivi politici e partiti, equilibri strani da comprendere per noi comuni mortali.
Il MAR rivolge un appello estremo ai politici e parlamentari tutti: non fateci perdere anche quell’ultimo barlume di speranza nella democrazia italiana. Non mostrateci che anche fra i Comuni ve ne sono di serie A e di serie B. Il tempo ancora c’è, prima che si concluda la attuale legislatura.
Vedremo se ci sarà anche la volontà politica – partitica. E ne trarremo le dovute conseguenze.