Il pranzo di festa di sabato scorso 7 agosto a Montecopiolo, provincia di Rimini, Romagna, è stato un autentico atto di testimonianza. Si è testimoniato che anche i piccoli possono farcela contro i potenti; che le comunità hanno il diritto di autodeterminarsi e soprattutto che la Romagna non è un concetto che si può piegare alle esigenze del potere.
Grazie ad Agostino D’Antonio, aquila romagnola, a Davide Severini, Serafina Lorenzi e tutto il Comitato per Montecopiolo e Sassofeltrio in Romagna per averci permesso di stare al loro fianco in questa battaglia di democrazia: è stato un privilegio, un sincero onore e una scuola di tenacia e giustizia. Grazie a Mauro Vaiani (dirigente del Comitato Libertà Toscana e segretario di Autonomia e Ambiente) che ci ha sempre portato la vicinanza e il sostegno della meravigliosa rete degli autonomisti italiani ed europei.
Ci chiamavano “secessionisti”: noi che vogliamo UNIRE la Romagna, noi che vogliamo che TUTTE le comunità possano autodeterminarsi ed essere rispettate e riconosciute per ciò che sono, ciò di cui hanno bisogno e ciò che possono offrire. Ecco: ora quelli che ci chiamavano così, almeno questa volta, dopo 14 anni di insulti e posizioni vergognose, hanno perso. E forse hanno capito che non c’è nessuna “secessione” da fare: ci sono le comunità da rispettare, ci sono i territori di cui avere cura, ci sono le giuste battaglie (gli esiti referendari, per esempio) da onorare.
ORA E SEMPRE DI PIÙ
VIVA LA ROMAGNA UNITA!
In foto: il Presidente del M.A.R. Avv. Riccardo Chiesa, con il gastronomo istituzione della Romagna Graziano Pozzetto; il segretario coordinatore M.A.R. Samuele Albonetti; il capo redattore del nostro periodico “E Rumagnol” Ivan Miani; il vicecoordinatore M.A.R. Fabrizio Barnabè; il vicepresidente Giovanni Poggiali. Lo scatto è avvenuto appena prima che l’Avv. Chiesa tenesse il suo discorso e appena prima che gli occhi di tutti questi romagnolisti incalliti diventassero “romagnolmente” lucidi.
Fabrizio Barnabè
Vicecoordinatore regionale MAR